Ma la terra era già rivendicata da un popolo quando arrivò il cowboy e quando sono arrivati i soldati.

La storia dell’indiano americano è in molti modi una storia di tragedia,

come quel giorno al Wounded Knee, nel Dakota del Sud.

Sicuramente se avete giocato a Bioshock Infinite, il nome Wounded Knee vi riporta alla mente molte cose.

Bioshock Infinite è un gioco dove troviamo molti riferimenti al patriottismo americano. Columbia è adornata da statue da guerra a forma di zio Sam. E il nostro protagonista, Booker DeWitt, è un ex militare ormai caduto in rovina fra alcolismo e gioco d’azzardo.

Booker era un uomo tormentato, di cui noi scopriamo la storia e il passato andando avanti con il gioco.

E proprio giocando, ad un certo punto scopriamo che il nostro protagonista era un soldato che ha partecipato al massacro di Wounded Knee. Un passato di cui non ne va fiero e che vorrebbe cancellare.

Ma perché Booker reagisce così, nel teatro, di fronte ai ricordi di Wounded Knee?

Storia

Il massacro di Wounded Knee avvenne il 29 dicembre del 1890, il nostro Booker all’epoca aveva 16 anni. E nonostante la giovane età partecipò a questo massacro come soldato americano del 7° reggimento di cavalleria. Ma cosa successe durante quell’avvenimento?

Wounded Knee – Oscar Howe

Una carovana di Lakota Sioux, in marcia verso la riserva di Pine Ridge, venne accerchiata dagli squadroni del settimo reggimento dell’esercito e venne fatta spostare e accampare a Wounded Knee, una valle del Dakota del Sud, che in inverno si copre totalmente di neve. Era da poco stato ucciso Toro Seduto e il governo statunitense dell’epoca aveva paura di una rivolta. Infatti a Pine Ridge si sarebbero dovuti incontrare i vari capi nativi americani per riunirsi sotto il comando di Nuvola Rossa. I nativi americani venivano da un lungo periodi di persecuzioni, che negli ultimi 30 anni si era accentuato.

Dei 350 nativi americani presenti nella valle, solo 50 se ne salvarono, il resto venne barbaramente trucidato. Il nostro Booker operò in maniera attiva durante questo massacro in quanto, avendo discendenza nativa, non veniva visto di buon occhio. Doveva e voleva affermarsi e non essere sospetto verso i suoi compagni dell’esercito. Dopo le azioni a Wounded Knee, il nostro Booker venne soprannominato “L’Indiano Bianco”.

Come molti dei soldati che parteciparono, anche Booker venne insignito con una medaglia d’onore per il ruolo avuto. Per anni nella storiografia venne definito l’avvenimento di Wounded Knee come una battaglia, quando in realtà si trattava di un massacro. Massacro perché il gruppo dei nativi era composto da anziani, donne e bambini. Quei pochi uomini armati vennero di fatto disarmati una volta arrivati nella valle. L’esercito statunitense aprì il fuoco su persone indifese, morirono però anche 25 soldati sotto fuoco amico.

L’avvenimento di Wounded Knee viene considerato l’ultimo grande massacro, dopo una serie perpetrata per anni, ai danni dei nativi americani. Infatti riguardo ciò che ha subito il popolo dei nativi si dice sia un vero e proprio genocidio, iniziato con la colonizzazione delle Americhe già dai tempi di Colombo.

Mi sento di consigliare la lettura di “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee” per approfondire gli scontri fra i nativi americani e “l’America”.

E vi lascio la canzone del mitico Johnny Cash!

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