VISAGE – non trovo nemmeno le parole per definirlo

Beh, forse alla fine le parole le ho trovate.

un’introvabile foto di me, appena sveglia.

PICCOLA NOTA INTRODUTTIVA

Da un po’di anni della mia vita mi rendo conto di essermi letteralmente cibata di horror. Ho divorato tutto ciò che è, anche solo vagamente, inquietante: creepypasta a colazione, videogiochi a pranzo, filmetto a cena e una puntata della serie del momento come dessert. Il tutto rigorosamente horror.
Devo dire che in tutti questi anni ho capito di essere totalmente insensibile a questo genere. E forse questo è uno dei motivi per cui sarò così tanto severa nei confronti di questo videogioco. O magari sarete d’accordo con me.

Probabilmente mi sono così abituata alle situazioni da brivido, da non riuscire nemmeno più a vivermele con la stessa intensità che accomuna la gran parte dei giocatori. Per intenderci io sono quella che, di fronte a un jumpscare, continua impassibile a mangiare i popcorn. Nulla mi smuove.

La mia è diventata una sorta di crociata ormai, un obiettivo di vita, una costante ricerca dell’horror perfetto, quello che renderà le mie nottate un inferno e che mi suggestionerà in una giornata di nebbia.

28 anni di ricerche continue, finché un giorno mi è capitato tra le mani Visage. Nella descrizione leggo: horror psicologico, il terrificante erede di PT. “Ottime premesse” penso. E invece no.

Piena di aspettative e speranza ho comprato il gioco, che, essendo uscito nel 2020, ha ancora un costo piuttosto vicino a quello che è stato il prezzo di lancio.
Soldi ben spesi? Chiederete voi.
Beh, ecco…no.
Qua ha avuto inizio il mio calvario.

Ma prima di raccontarvi cosa ne penso io, in un commento personale, ecco a voi un paio di dettagli che è importante conoscere.

Foto di Renata, la mia vicina di casa, che viene a chiedermi i soldi per comprare l’erba alle 3 del mattino.

VISAGE.

Visage è stato prodotto da SadSquare studio, una piccola casa videoludica.

Stiamo parlando perciò di un Indie a metà tra il survival horror e un’avventura grafica, che consiste nello spostarsi all’interno di una casa, strutturata su più piani, mentre si risolvono degli enigmi e si scappa da alcune entità.

Il gioco è suddiviso in 3 capitoli e dura circa 15 ore. Se non siete forti di stomaco, non reggete la frustrazione e non avete MOLTA fantasia può anche durare per sempre.

Personalmente ho trovato in questo titolo più difetti che pregi.
Probabilmente, dopo aver letto l’articolo fino alla fine, vi arrabbierete molto con me, perché la verità è che, anche sforzandomi, non riesco a trovare niente di bello da dire in merito. O comunque ben poco.

Ci tengo a precisare però, prima di addentrarmi nel discorso, che non è né mia intenzione, né mio interesse demolire totalmente quest’opera. Nutro un profondo rispetto per gli sviluppatori e per le persone che sono riuscite a godersi l’esperienza e apprezzarla. Sarò molto felice di avere un confronto con loro in futuro, ma questa non è una recensione oggettiva, questo è quello che penso io, condivisibile o meno.

Di seguito spiegherò perché, per me, certe idee non funzionano.

A costo di ripetermi, non nego che, FORSE, parte del mio giudizio è condizionata dal fatto che, questo genere, ormai presente nella mia quotidianità, non riesce più a smuovermi nulla… ma forse no.

sempre Renata. Alla ricerca della toilette.

PROPRIO NON CI SIAMO.

Comincio col dire che il gioco sfrutta tutti (e quando dico tutti, intendo PROPRIO TUTTI) i cliché e le situazioni tipiche dei film horror. Tutto ciò che normalmente la gente trova inquietante, lo trovate nel gameplay. (Che fantasia, facciamo un collage di cose!)
C’è proprio tutto: i fantasmi, il buio perenne, i manichini che si muovono all’improvviso, vecchie signore psicopatiche che ti inseguono ridacchiando, immagini raccapriccianti riflesse negli specchi, sangue, personaggi inquietanti che ti inseguono come lo Slenderman, immagini sacre profanate, rumori bianchi, elettrodomestici che si accendono e si spengono da soli, bambine dai capelli neri che indossano camicie da notte bianche…TUTTO.

Ed è tutta roba già vista. Che pizza.

Il gioco inizia con un omicidio (…che vi avevo detto?)
Una scena piuttosto disturbante che non capiremo a fondo, in cui si vede un uomo che ammazza uno ad uno i membri della sua famiglia (almeno CREDO che fosse la sua famiglia e non degli sconosciuti incontrati in un bar) e poi si toglie la vita. Nessuno spiega perché è successo e chi fossero quelle persone, nessuna scritta. Niente di niente. Perciò mi sono limitata a prenderne atto e continuare.

La prima cosa di cui mi rendo conto è che del mio personaggio non si vedono né mani né piedi. Quindi sono un fantasma? Magari il fantasma dell’uomo che si è sparato poco prima? Potrebbe essere una bella idea, non fosse che non vedere le mani, nè l’ingombro vero e proprio del personaggio, mi rende difficile capire come interagire con gli oggetti che trovo tutt’intorno.
Anche l’inventario è pessimo. Posso raccogliere solo tre oggetti per volta, e, una volta raccolto ciò che mi interessa, bisogna premere insieme duecento tasti diversi per combinare una cosa con l’altra. (Tralasciamo il fatto che, per la maggior parte del tempo, due posti su 3 dell’inventario sono occupati dall’accendino quasi sempre scarico e una candela, perchè sia mai che ti trovi al buio mentre stai esplorando, cosa che succede PRATICAMENTE SEMPRE)

Nonostante l’entusiasmo sia scemato in partenza ho deciso di continuare la partita. Volevo dare una chance a questo gioco, sebbene la vena sulla mia tempia avesse già iniziato a pulsare con una certa forza.

Ma mi pento della mia decisione già dopo una manciata di minuti, perché, al mio incessante schiacciare tutti i tasti del joystick, scopro che, tra le altre cose, in questo gioco, non esiste una mappa!

casa mia, dopo che ho finito di pulire.


E qui, direte voi, non dovrebbe essere essenziale, in fondo stiamo girando in una casa, quante stanze potranno mai esserci? È così facile perdersi?
A-AH! Ed è qui che vi sbagliate! La casa avrà almeno una trentina di stanze, stanzette, sgabuzzini, corridoi e pertugi segreti. Tutto suddiviso su 3 piani. TRE.

E sapete qual è la cosa più divertente? La casa è enorme e la posizione delle stanze cambia nel corso del gioco. Alcune zone sono chiuse in un capitolo e aperte in un altro e non si capisce mai davvero dove si sta andando perché il 90% del gameplay avviene al buio.
Qui alcuni di voi diranno: “ma dai Grumpy, è normale che in un horror si debba giocare al buio. Il buio aiuta a creare tensione perché non sai mai cosa nasconde.”

Vi dico io cosa nasconde.
La frustrazione.

io, che attendo pazientemente che gli operai tornino sul cantiere che stavo guardando

RABBIA E RISENTIMENTO

Ma io ho comprato un gioco dell’orrore oppure ho pagato per una passeggiata nell’oscurità cercando cerini e candeline mentre qualcosa mi insegue alitandomi sul collo?
Possiamo uscire dall’idea che un horror debba necessariamente creare situazioni simili a questa per far paura? E’ un rifacimento di un film di James Wan in attesa del prossimo jumpscare, oppure un’opera originale che mira a spaventare il giocatore?

Il fatto di rendere così complicato (quasi impossibile) un videogioco e di alzare così tanto il livello di difficoltà – che, attenzione, non è costituito in questo caso dall’abilità del giocatore nell’affrontare i boss, dal momento che non puoi combattere, ma dalla totale impossibilità di capire dove si sta andando e cosa si deve fare! Il che lo rende noioso e ripetitivo! (Se fossi Vittorio Sgarbi avrei urlato “Frustrante! Frustrante! Frustrante!” a oltranza, fino a farmi seccare le corde vocali)

Così, a sentimento, direi che sotto il lenzuolo c’è qualcuno che vuole spaventarci. Hehehe, che burlone!

Altra pecca molto grave è la difficoltà nella risoluzione degli enigmi.
Gli enigmi di Visage sono impossibili e assolutamente senza senso.

Ad un certo punto, sentendomi stupida e con l’autostima sotto le scarpe, ho interrotto il gioco per farmi un giro nell’internet. Volevo leggere i commenti su questo titolo da parte di altri utenti e… SORPRESA! Tutti sostengono che per procedere nel gioco e nella trama è necessario avere una guida, altrimenti si brancola nel buio.

Quindi non ero io l’incapace! C’è davvero qualcosa che non va in questo gioco se chi lo ha pensato è stato così furbo da non volere che il giocatore lo finisse.

Ora, sarò all’antica io, ma credo proprio che questo concetto sia profondamente sbagliato. È un gioco, mica un documento top secret dell’area 51! Voglio che mi si spieghi dove va a parare e vorrei anche provare un sentimento diverso dalla rabbia e dalla frustrazione costante… magari divertirmi.

Alla fine diventa una questione di principio e voglio finire questo gioco il prima possibile. Per cui, mi rassegno all’ovvietà e cedo a quanto ho letto poco prima: cerco quindi una guida abbastanza attendibile su Google.
Ovviamente i walkthrough in italiano sono inesistenti, quindi devo cercare di tradurre al meglio che posso quel che offre l’internet, con scarso risultato, dato il mio inglese maccheronico.


Sembra che tutto ormai sia contro di me. Che una forza oscura invisibile, il karma, o addirittura l’intero cosmo stia tramando per non farmi finire il gioco.

La stanza de mi nonna.

Beh, dopo svariate ore (non 15, saranno state almeno il doppio!) la fronte imperlata di sudore, i crampi alle mani per aver tenuto il joystick troppo a lungo, un fastidioso tic all’occhio destro, l’aiuto del pubblico, l’aiuto da casa, un esorcismo e una telefonata al presidente… non so come, ci riesco. Finisco il gioco.

E, nonostante tutto, realizzo comunque di aver sbloccato il finale più brutto.

MA (c’è ancora un MA!) gli sviluppatori pensano di poter “tamponare” la mia delusione, ormai traboccante, inserendo un Easter Egg che dovrebbe farmi sorridere, in quanto omaggia proprio la mia saga horror preferita, Silent hill. A voi il video:

E poi BAM! Fine del gioco. Così. Nessuna spiegazione. Titoli di coda.

Apri Steam – disinstalla gioco – contatta l’assistenza steam – “Ridatemi i miei soldi ORA.”

Sipario.

TIRANDO LE SOMME…

A me certe cose non spaventano più, e lo abbiamo capito. Ma credo che sia sbagliato demonizzare qualcosa, solo perchè non ha sortito l’effetto desiderato, soprattutto se sappiamo di essere noi quelli strani.

Non possiamo giudicare cattivo un ragù alla bolognese solo perchè siamo vegetariani, e così mi sento di dire che sicuramente la stragrande maggioranza dei giocatori che si sono cimentati in questa avventura saranno saltati almeno una volta sulla sedia, o hanno vissuto con l’ansia almeno qualche scena.

Gli sviluppatori volevano rendere omaggio a P.T, e credo ci siano riusciti discretamente.

Le atmosfere sono inquietanti, la palette colori (quando non è totalmente buio) rispecchia appieno le stesse utilizzate da Kojima, la grafica risulta gradevole all’occhio, anche se non impeccabile. Chiudendo l’occhio su qualche bug (perchè aggiungerli all’elenco di cose che non funzionano sembrava troppo) direi che è quasi godibile da guardare. (Quando scoprii Visage lo vidi giocare su twitch e, lì per lì, me ne innamorai — giocarlo è un altro paio di maniche)

Il personaggio di Dolores, la vecchia pazza, è ben studiato e riesce, seppur per qualche istante, a farti salire un po’ di angoscia, con le sue richieste strambe e le sue apparizioni inaspettate. Sugli altri due boss avrei qualcosa da ridire, ma non è nulla di buono.

Rakan è un personaggio che non mi ha trasmesso assolutamente nulla, mentre Lucy è la classica bimba tenebrosa, con i capelli scuri che le nascondono il viso e la camicia da notte. Direi che dopo le donne ragno tutte uguali dei videogames, ci mancava UN’ALTRA Samara di The Ring, non l’avevamo mai vista…

Una nota decisamente positiva è quella relativa ai suoni. In questo gioco la musica è quasi assente, ma in ogni momento si possono udire sospiri, passi, scricchiolii e bisbigli. Il sound designer ha fatto un ottimo lavoro.

Nel complesso, a mente fresca, darei a questo gioco un 5 e mezzo. Ma devo ammettere che, da perfida ragazza quale sono, subito dopo averlo giocato, avrei dato anche meno.

Oltre a tutti i problemi relativi alla giocabilità citati nel paragrafo precedente, non credo di poter dare di più all’ennesimo gioco horror che punta il suo massimo spavento esclusivamente sui jumpscare. E’ una cosa già vista e rivista.

Parafrasando quello che per anni mi hanno detto a scuola: “Ha le capacità ma non si applica” ecco che abbiamo, in soldoni, la mia idea sul gioco.

Sono ormai passati mesi da quando ho giocato questo titolo la prima (e unica) volta, e più ci penso, più non ho capito niente della trama. Per fortuna che qualcuno ha scritto la sua interpretazione su internet, altrimenti sarebbe tutto buio anche nel mio cervello.

E voi? Conoscevate questo gioco? Che ne pensate? Il mio giudizio è totalmente errato o vi siete rivisti in ciò che ho scritto? Fatemelo sapere in un commento e grazie di aver letto fin qui.

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