One Piece: live action di Netflix – servivano davvero le polemiche?

Finalmente sono riuscita a vedere la serie di One Piece, il live action di cui per mesi ho sentito solo lamentele per ogni frame che veniva mostrato. E ora che l’ho recuperata, posso dire la mia.

E la mia è che come sempre, o comunque come spesso accade, la gente si lamenta senza capire un emerito frutto gom gom.

Trama

La trama penso sia conosciuta in ogni angolo del mondo, ma se ci fosse anche solo una persona alla lettura che non sa di cosa parli One Piece o cosa sia, farò un breve sunto.

One Piece è un manga del giapponese Eiichirō Oda, un manga edito da ormai oltre 20 anni e che in Italia è sbarcato come cartone animato su Mediaset da ormai fin troppi anni (dico troppi perché andavo ancora alle elementari quando lo vedevo su Italia 1).

Il protagonista è Monkey D. Rufy, o meglio conosciuto come RUBBER (da leggersi Rabbbber), che ha il sogno di diventare un pirata, anzi il Re dei pirati. Per riuscire in questa impresa, deve trovare il tesoro dello One Piece. Nessuno sa dove sia o cosa sia, tutti i pirati però lo cercano, è l’eredità di Gold D. Roger, giustiziato anni prima.

Così Rufy intraprende la sua avventura per la rotta Maggiore, con la sua piccola ciurma. Ed è proprio di questo inizio che narra la prima stagione di One Piece. Vediamo il formarsi della ciurma e conosciamo le storie dei personaggi che saranno con noi per molto tempo.

La serie

Sono solo 8 episodi, e dico “solo”, perché avrei continuato a vederla molto volentieri. A discapito di quante polemiche e lamentele avessi letto nei mesi precedenti, sono rimasta piacevolmente colpita. Ho apprezzato gli attori, le ricostruzioni e anche quegli effetti cartooneschi che all’inizio mi hanno dato un po’ disturbo.

Infatti, nonostante all’inizio mi disturbava vedere delle persone reali che avevano questi effetti “gommosi” è bastata solo la prima puntata per farmi abituare a queste dinamiche. Così come gli altri “difetti” urlati per tutta l’estate non hanno pesato sulla visione. La mancanza del nasone lungo di Usopp, il colore dei capelli troppo acceso di Nami o la scelta delle varie etnie dei personaggi. Nella visione della serie non mi sono neanche accorta dell’errore della spada di Zoro, nonostante sapessi ci fosse e lo stavo cercando.

Tutto scorre molto bene, anche se prima della saga di Arlong sono vicende lente proprio perché parlano della formazione della ciurma. Anzi, mi è quasi dispiaciuto che la saga di Arlong è durata così poco, ricordo che mi piacque molto da bimba.

Estetica e conclusioni

Come detto, ho apprezzato le ricostruzioni delle scenografie.  Non so quanto sia stato fatto in CGI e quanto sia stato reale, ma i due mondi sono stati uniti in maniera fluida. Ho apprezzato tutti gli attori, e ho rivalutato Bugy che lo hanno decisamente reso più bello XD. Forse avrei fatto leggermente più alti e grandi gli uomini pesce, visto che nel manga sono sproporzionati rispetto agli umani.

In conclusione, mi sento di consigliare questa serie? Assolutamente sì! Con tutto che ho iniziato la visione dicendo “saranno ore di vita buttate, ma devo farlo” alla fine mi sono ricreduta. Davvero per quanto abbia escluso le lamentele lette nei mesi precedenti, ero terribilmente scettica per questo prodotto. Invece, mi sento di dire che non solo vale la pena, ma non vedo l’ora esca la seconda stagione.

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