Alice Madness Returns – il lato tetro dell’opera di Carroll

Il 5 ottobre del 2000 Rogue entertainment ed Electronic Arts ci deliziarono con “American McGee’s Alice”, un videogioco d’azione in terza persona che vede protagonista proprio l’Alice di Lewis Carroll ed il suo mondo strampalato.
Dimenticate però le atmosfere colorate ed innocenti del film di Walt Disney! Il paese delle meraviglie è oscuro e pericoloso. Il sangue e la pazzia governano ogni angolo di questo posto immaginario.

Questo titolo è ambientato ad alcuni anni di distanza dall’ultima visita della protagonista nel paese delle meraviglie. La famiglia di Alice ha da poco perso la vita a causa di un incendio, provocato dal suo gatto che fece inavvertitamente cadere una lampada ad olio.
In seguito a questa tragedia Alice smette di ragionare e non riesce ad affrontare il trauma, tanto che tenta il suicidio con un cucchiaino. Quindi viene internata nel Manicomio di Rutledge.

Dopo alcuni anni sarà proprio il Bianconiglio a cercarla, con un’impellente richiesta di aiuto: il Paese delle Meraviglie è drasticamente cambiato, il dominio della feroce Regina di Cuori rischia di rovinare completamente quel mondo spensierato e perfetto.

Il titolo, nonostante le pecche dell’epoca, fu un vero e proprio capolavoro, che riscosse non poco successo, tanto che McGee, dopo qualche anno ha deciso di catapultare Alice in una nuova, tremenda avventura.

Stiamo parlando di Alice: Madness Returns, il sequel ufficiale del primo titolo. Sviluppato insieme al team Spicy Horse e distribuito ancora una volta da EA.

Tra un soggiorno in manicomio e una tazza di the

Il gioco comincia sulle note di un violoncello malinconico. Gli ambienti sono cupi e la palette colori vira sui toni del grigio-blu, dandoci subito l’idea dell’esperienza che stiamo per vivere.

In questo sequel non giocheremo più nei panni di una dolce bambina, ma di una ragazza poco più che adolescente. Alice Liddell, una volta era una benestante londinese, ma adesso è solo una ragazza emaciata e vestita di stracci. E’ sempre molto incerta sulla sua vita ed i suoi obiettivi, date anche le sue esperienze precendenti, ma è dotata di infinita arguzia, caratteristica che ci conquista fin da subito e fa sì che iniziamo immediatamente a prendere in simpatia il personaggio.

Breve trama (no spoiler)

Come accennato nel paragrafo precedente, i suoi genitori e sua sorella maggiore Lizzie, sono morti in un misterioso incendio. Soltanto Alice è uscita indenne dalla tragedia, ma si ritiene che sia essa stessa colpevole dell’incidente.

Il forte trauma vissuto ed il senso di colpa attribuitole ingiustamente, porterà la nostra protagonista a tentare il suicidio, per questo verrà rinchiusa nel manicomio di Rutledge.

Una volta fuori dal manicomio, poichè ritenuta in grado di condurre una vita “normale”, Alice finisce nell’orfanotrofio dello stesso Dottor Bumby che la prese in cura dopo l’incendio e, sempre con lui, si presta ad alcune sedute di ipnosi.

I frutti dell’ipnosi si possono vedere da subito: Alice non ha più paura di ammettere il suo crimine, ovvero quello di aver lasciato accesa una lampada ad olio in biblioteca. Quella notte poi, il suo gatto l’avrebbe fatta cadere per poi scappare da una finestra aperta, lasciando che le fiamme divorassero la casa.

Analogie e riferimenti all’opera letteraria

Il paese delle meraviglie, nell’opera originale è un mondo immaginario che accentua la realtà, ricco di significati nascosti che si perdono nella memoria dell’autore Lewis Carroll. Il racconto è tutt’oggi di difficile interpretazione poichè nasconde significati diversi, doppi sensi e allusioni. Ogni personaggio rappresenta un particolare comportamento, una figura retorica.

Così nel videogame, il paese delle meraviglie è l’occasione per mettere a posto la mente e la vita stessa di Alice, la chiave attraverso la quale la nostra eroina riuscirà a risolvere i suoi problemi nella vita reale. I personaggi secondari danno perfettamente forma ognuno a un caso clinico facilmente analizzabile dal punto di vista psicologico.

La missione questa volta consiste nel fermare un treno che sta distruggendo rapidamente il mondo immaginario, trasformandolo in un incubo.

Il treno rappresenta metaforicamente la follia e la terapia del dottore che distorce i ricordi della fanciulla a suo piacimento. Solo fermando quest’ultimo, Alice, riuscirà a scoprire cosa è successo ai genitori, e a cosa equivale il peso delle sue responsabilità in quell’incidente. Questo farà sì che possa riottenere la sanità mentale e vivere serenamente il resto dei suoi giorni.

Alice nel paese delle meraviglie rientra a mani basse nella lista delle opere letterarie più riadattate di sempre.

In particolare Alice Madness Returns, è sicuramente uno degli esperimenti meglio riusciti. Il giocatore ha sin dal primo istante la certezza di esser dentro a un mondo fantasioso e colorato, ma deve prima però fare i conti con la realtà degli ospedali psichiatrici e della prostituzione.

Alice rappresenta senza alcun dubbio una delle punte tra le eroine femminili in ambito videoludico.

La debolezza è costituita principalmente dal suo passato e dalle angherie subite. La sua forza sta invece nell’immaginazione.

Un’altra nota positiva sta nel fatto che Alice Madness Returns abbia anche una morale. La si può cercare nella rivincita dei deboli al termine della vicenda, oppure nello scontro contro il dolore, alla ricerca della “normalità” e di ciò che è giusto.

Motivi per cui questo titolo merita così tanto

Ammetto che Alice nel paese delle meraviglie è sempre stata una delle mie opere preferite, fin da bambina. Sebbene non abbia amato particolarmente il film del 1951, targato Walt Disney, ricordo di aver letto l’opera insieme alla mia maestra delle elementari. È tuttora uno dei ricordi più belli che ho.

Questo fattore mi ha portata a dosare, almeno inizialmente, l’entusiasmo dinnanzi a questo titolo (e al precedente) invece, ne sono rimasta piacevolmente colpita per diverse ragioni che vi spiegherò qui di seguito.

Impatto visivo

Al primo posto, come accennato nei paragrafi precedenti, c’è sicuramente la componente visiva. L’alternanza dei colori cupi del mondo reale e quella allegra del paese delle meraviglie è ben studiata e ci trasporta fin da subito nel mood della vicenda. I dettagli che possiamo ammirare in ogni centimetro dello schermo, le creature magiche e gli oggetti con cui interagiamo sono esteticamente un piacere per gli occhi.

Fluidità del personaggio

La giocabilità è quella di un platform/gioco di azione. Il personaggio è fluido nelle animazioni e sciolto nei movimenti. Può correre, saltare fino a tre volte la sua altezza e rimpicciolirsi o ingrandirsi all’occorrenza. Ma il vero piacere sta nelle scene di combattimento, che, per la maggior parte, avvengono tramite un’arma (abbiamo a disposizione un macinapepe esplosivo ed un’arma a due mani che fa danno maggiore) e soprattutto durante “l’isteria”, ovvero quando Alice ha una sola tacca di energia ed entra in modalità berserk. La soddisfazione per ogni kill ottenuta è alle stelle.

Longevità

Altro aspetto sorprendente del gioco è la sua durata. Parliamo come minimo di 15/20 ore. Vi sono inoltre un’infinità di segreti e collezionabili nascosti che rendono il platino una vera e propria impresa.

Colonne sonore

A completare il tutto mi sento di citare le colonne sonore, che giocano un ruolo fondamentale per l’immedesimazione del giocatore nella vicenda. Si tratta di melodie semplici, costituite da poche note di violoncello: le stesse che riescono a far vibrare le corde della nostra sensibilità e che ci fanno emozionare di fronte ai filmati che si alternano alle fasi di gioco

Conclusioni

Ho amato questo gioco. Non riesco a trovare un difetto. Inquietante al punto giusto, distorto quanto basta, ma assolutamente mai scontato o banale.

Lo consiglio caldamente a chi se lo fosse perso.

E voi? Conoscevate questo titolo? Fatecelo sapere in un commento.

Un commento

  1. Recuperato su Xbox series X grazie al gamepass ultimate… Al netto di qualche piccola imperfezione( gli anni un minimo si fanno sentire), il gioco è veramente una piccola perla del panorama videoludico, ottimo il CS bilanciato e frenetico al punto giusto, sublime il comparto artistico e sonoro con atmosfere veramente degne di nota… Lo consiglio a tutti quelli che non hanno avuto modo di giocarci. Non fatevi ingannare dagli anni che ha sul gruppone il titolo, perché nonostante i suoi 12 anni ( che per alcuni titoli sono un era geologica) ALICE MADNESS RETURNS si difende alla grande!!! Come sempre, ottima anche la recensione Grumpydemma. PS: Ero sicuro che lo stavi giocando te per recensirlo 😉✌️

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