Horror e Manicomio: Un connubio perfetto

Da tanto, troppo tempo aspettavo di scrivere questo articolo.
Dovevo farlo, ne sentivo la necessità assoluta.
Già in tenera età avevo cominciato a nutrire una certa curiosità per tutto ciò che ha a che fare con gli ospedali psichiatrici e le leggende che vi ruotano attorno, che affondano quasi sempre le loro radici nel paranormale. Ho letto tutto il leggibile, guradato tutto il guardabile, giocato a tutto il giocabile…per Dio! Ho pure studiato nell’ex manicomio di Mombello per sei anni della mia vita! Ne ho esplorato ogni angolo durante i doposcuola e ho ascoltato le storie di chi l’ha vissuto prima di me, più da vicino.

Chi meglio di me poteva scrivere di questo argomento?

Ve lo dico io, nessuno.
(No, non mi piace darmi delle arie, assolutamente!)

Interno di una delle strutture che compongono l’ex Manicomio di Mombello, chiuso definitivamente nel 1999 – Data l’immensità del posto, alcuni edifici sono stati ristrutturati e adibiti a luoghi di istruzione in uso tutt’oggi.

L’importanza della componente psicologica in un contesto horror

In realtà non saprei dire da cosa è nata questa curiosità, che forse ormai è sfociata in una piccola ossessione. L’impatto che la malattia mentale e la psicologia hanno, in combinazione con elementi orrorifici, sulle persone, mi affascina da quando ho cominciato ad avvicinarmi all’horror e a definirmi un’amante del genere.

A soli 7 anni e leggevo “Piccoli brividi”, a 8 giocavo a Silent Hill, a 9 guardavo The Blair Witch Project di nascosto dai miei genitori…Tutto mi confermava che non c’è bisogno di sangue o di un brutto mostro per spaventare. La paura stessa spaventa più di tutto.

E, crescendo e imparando, ne ho sempre avuto più conferma.
Ho lasciato che la mia mente navigasse tra i complicati concetti Lovecrafiani, le accuratissime descrizioni di Stephen King e l’eleganza e lo stile narrativo di Poe. I tre che io chiamo “maestri”.

Queste persone mi hanno insegnato, attraverso le loro opere, che l’horror è una piccola magia, e che purtroppo non tutti sono dei maghi. Troppo facile intimorire con un jumpscare o con una creatura orribile.
Molto meglio giocare con la psicologia delle persone. Tormentarle pian piano, indurle a fare pensieri disturbanti… far sì che percepiscano il pericolo dietro l’angolo, o ancora peggio…nella propria testa.
Lo so, sembra il pensiero di un sadico.

Forse lo è.

Follia e paranormale, quanto è sottile il confine tra i due?

Scena tratta dal film: ESP Fenomeni paranormali – Mockumentary del 2011 ambientato in un ospedale psichiatrico abbandonato
Piccola premessa: non sono una psichiatra, nè mi sono mai avvicinata davvero a questo mondo, se non per una pura e sana curiosità, attraverso libri, esperienze vissute in prima persona, o raccontate da terzi. Tutto ciò che leggerete da qui in poi è il mio pensiero personale in un constesto ESCLUSIVAMENTE orrorifico, che attinge alle mie, seppur scarse in termini scientifici, conoscenze, e a documenti facilmente reperibili sull’internet.

Tormento, delirio, allucinazioni…il disturbo mentale, collegato a comportamenti insoliti, azioni imprevedibili e pericolose, ragionamenti deviati ed incomprensibili, determina uno degli elementi horror migliori di sempre.

Quando si parla di follia, infatti, si parla di noi stessi. Di umani. Con i nostri demoni interiori: gli unici mostri contro i quali combattiamo ogni giorno.

Da sempre l’uomo teme la pazzia. Relazionarsi con persone problematiche gli causa apprensione e, in particolar modo, ha il terrore di smarrire il senno in un mondo governato dalla razionalità. Ma, per un concetto misterioso, legato forse alla sopravvivenza, convive con questo timore, lo accetta. Forse perchè in cuor suo sa che la follia è da sempre una parte integrante dell’essere umano, una condizione che, in qualunque momento della vita, può manifestarsi.

Con la mente si può creare qualsiasi cosa, non si hanno limiti (c’è un motivo se, ancora oggi, Lovecraft è così famoso e citato ovunque!). Il cervello di un individuo ordinario, tendenzialmente, partorirà idee, pensieri e soluzioni per il quotidiano. Il cervello di un individuo affetto da disturbi mentali, invece, farà lo stesso, ma in un modo che a noi sembrerà strano, distorto, talvolta persino pericoloso.

Celebre fotografia tratta da una scena de:”L’esorcista”

Nel passato, ma anche nei giorni nostri, è capitato più volte di confondere il disturbo mentale con la possessione demoniaca. Nonostante il progresso e il livello di cultura a cui siamo arrivati, la convinzione che uno spirito, un demone o un’altra entità possa controllare le azioni di una persona è ancora molto radicata nelle genti che abitano questa terra.

Schizofrenia, depressione psicotica, anomalie del comportamento…è così che spesso la medicina si pone dinnanzi a certi fenomeni. Di fatto, gli scienziati ancora non hanno una spiegazione razionale per molte situazioni…spiegazione che gli esorcisti dicono di avere.

Non è mia intenzione, nè la sede adatta per convincere qualcuno o fare proselitismo religioso (io stessa non vorrei mai schierarmi dalla parte di chi dice “No all’heavy metal, la musica del demonio!”) ma lo sapevate che i casi di possessione demoniaca e gli esorcismi attestati sono in aumento in tutto il mondo? Solo in Italia, (in cui operano 240 esorcisti e 62 ausiliari quotidianamente) ogni anno ne vengono denunciati oltre 500mila.

immagini del famoso caso di esorcismo di Anneliese Michel. Si trattava di schizofrenia o vi era davvero qualcosa di diverso in lei?

…Siete sicuri che il disturbo mentale e il paranormale siano due temi così lontani tra loro?

Il manicomio, tra storia e atrocità

Qual è il luogo in cui, per definizione, il confine tra squilibrio mentale e giudizio diventa sempre più sottile, quasi assente? Dove si concentrano deliri, agonia, tristezza e dolore? Il manicomio.

Un ospedale psichiatrico, volgarmente “manicomio”, è una struttura specializzata nella cura dei disturbi mentali. Gli ospedali psichiatrici sono così classificati: quelli specializzati nella terapia a breve termine per pazienti a basso rischio e quelli specializzati nella cura temporanea o permanente di pazienti che richiedono assistenza in ambiente controllato.

In epoca medievale, in assenza di strutture vere e proprie capaci di ospitare persone disturbate, i malati di mente venivano rinchiusi in torri e monasteri. Nel 1800 le strutture d’accoglienza diventarono più comuni anche per la classe media ed erano quasi sempre sovraffollate. Capitava di frequente che i reclusi non fossero realmente malati, ma solo persone scomode per le famiglie, che preferivano rinchiuderle e dimenticarsene.

Docce di acqua gelata: provocano dolore acuto, sino allo svenimento.
Il soggetto colpito dall’acqua gelata è poi rinchiuso in una vasca da cui non puo uscire.

I malcapitati erano costretti a vivere in condizioni disumane. All’interno delle strutture vi era scarsa igiene, il completo allontanamento sociale deprivava i pazienti della loro capacità di stare con gli altri e facevan sì, che assumessero atteggiamenti che diventavano dei veri e propri sintomi.

Elettroshock, docce di acqua gelata, lobotomia, ferri roventi applicati sulla nuca, privazione del cibo, isolamento, finte operazioni chirurgiche e costrizione in gabbie… le pratiche “curative” messe in atto nei manicomi erano a dir poco raccapriccianti. Gli edifici furono spesso teatro di veri e propri esperimenti medici e suicidi.

Nel 1978 entra in vigore la legge n.180, nota come Legge Basaglia, che stabilisce la chiusura dei manicomi in Italia. La legge non prevedeva l’abbandono della persona con problemi mentali, ma l’abbattimento di qualunque segregazione di queste ultime. Furono invece istituiti i servizi di igiene mentale e regolamentati i trattamenti sanitari obbligatori con cui, ancora oggi, si aiutano i pazienti a controllare la propria vita, attraverso terapie farmacologiche.

Franco Basaglia: psichiatra, neurologo e docente italiano, innovatore nel campo della salute mentale, riformatore della disciplina psichiatrica in Italia.

Luogo di tortura o cura mentale? Ancora oggi non esiste una risposta corretta. Ciò che è certo è che il manicomio è forse tra i posti peggiori in cui un essere umano vorrebbe essere.

L’accoppiata vincente

Immaginate di percorrere un interminabile corridoio buio. Siete apparentemente soli, ma potete udire in sottofondo il vostro respiro che si fa sempre più affannoso ed il rumore dei vostri passi, sempre più veloci, come a voler scappare da qualcosa. Sui lati del corridoio ci sono tante porte chiuse, da cui provengono lamenti, urla e qualcosa di vagamente simile a una risata.

Chiudete gli occhi. Si respira una strana aria, pesante. Se vi concentrate per un attimo riuscite a sentire tutte la sofferenza che quel posto ha vIsto.

Vibrazioni…echi di paura.

Improvvisamente una sensazione fastidiosa vi assale, come un tocco molto lieve e rapido. Un brivido. La riconoscete?

Ecco. Questa, amici miei, è genuina ansia.

Uno dei corridoi del Manicomio di Mombello (MB)

Film e videogiochi horror ambientati nei manicomi, rappresentano un classico. La sola immagine dei manicomi mette paura. Ma perchè?

1. L’inquietudine generata da emozioni negative è molto più suggestiva.

Luoghi come grandi ospedali, tetri manicomi, case di cura, ma anche orfanotrofi e collegi, (tanto meglio se diroccati e fatiscenti) sono posti che hanno ospitato al loro interno storie terribili, quelle mura sono, quasi sempre, pregne di sofferenza.

Ambientare l’horror in un ospedale psichiatrico ha avuto da sempre un grande effetto su chi lo vive poiché ci trascina in ambienti cupi, con una storia che non siamo completamente sicuri di voler scoprire, alle spalle.

Manicomio di Vercelli

L’animo umano è sensibile il più delle volte. Esattamente come riusciamo a percepire, almeno a livello inconscio, le vibrazioni di un determinato luogo, possiamo immedesimarci nei personaggi di film e videogames, con una certa facilità.

2. L’alone di mistero

Sarà per le leggende, per le storie che ci hanno raccontato, oppure perché conosciamo le pratiche brutali a cui i pazienti erano sottoposti…Tutto ciò che avveniva all’interno delle mura lo sappiamo per sentito dire e perciò, luoghi come questo, sono tendenzialmente avvolti in una coltre di mistero. Per quanto non vorremmo ammetterlo, troviamo un certo fascino in questo.

3. La ricerca in strutture diroccate e pericolanti

Una delle ultime tendenze che meglio rispecchia questa caratteristica, insita nell’essere umano si chiama Urbex. Il termine deriva da “urban exploration” e consiste nell’esplorazione di strutture, spesso abbandonate.

Gli ospedali psichiatrici sono tra le mete più gettonate per questa pratica proprio perché, da almeno 30 anni (dopo la legge Basaglia) sono in stato di abbandono. L’attrazione per ciò che è “vissuto” spinge molti a intrufolarsi in edifici pericolanti nella speranza di trovare un tassello, un pezzo di storia un po’ macabro che sia in grado di confermare proprio quei racconti e quelle leggende di cui parlavamo qualche riga più su.

Manicomio abbandonato di Volterra

Un regalino per te, che hai letto fin qui

Questo articolo ti ha fatto venire voglia di immergerti in un esperienza fatta di ospedali psichiatrici con elementi inquietanti? Ecco una breve lista di materiale che potresti trovare interessante:

Videogames: Outlast, Town of light, Asylum (in uscita)

Serie TV: American horror story: Asylum, Ratched.

Film: ESP: fenomeni paranormali, ESP2, Shutter Island, The Ward, Insanitarium, Sanitarium, Dark Feed, Session 9, Madhouse, Deadgirl, Dark Asylum, Asylum.

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