Nel 2015 arriva dagli USA una serie tv che, a parer mio, avrebbe rivoluzionato il modo di vedere le serie tv, se vista e accolta nella maniera giusta. Mr Robot, una serie di Sam Esmail di quattro stagioni, dove come protagonisti abbiamo Rami Malek e Christian Slater.

Rami Malek interpreta Elliot, Christian Slater invece veste i panni di Mr Robot. Elliot è un programmatore impiegato in una società di sicurezza cibernetica, e viene chiamato a risolvere una questione di violazione dei server dalle E-corp. Qui inizia tutta la sua storia e la lotta insieme alla fsociety.

In sole quattro stagioni conosciamo un ventaglio di personaggi e di alcuni approfondiamo le sfaccettature personali. La cosa che possiamo notare è come i personaggi femminili che gravitano attorno al nostro Elliot, siano simboli delle sue sicurezze e certezze.

Durante tutta la serie siamo vicini alle emozioni, ai problemi e ai pensieri di Elliot. Quasi a rubarsi la scena, nonostante anche gli altri attori siano discretamente bravi nel trasmettere le loro paure. In particolare, chi proprio non sono mai riuscita a comprendere davvero è Angela. L’unica descrizione che mi viene per lei è quello di una persona sola che ha fatto di tutto per sopravvivere. In un mondo ad impronta maschile cui lei è riuscita a scalarne la vetta o quasi.

Evito spoiler il più che posso, così non facendo la solita recensione profescional di cui il web è pieno, mi limiterò ad entrare in una descrizione dei personaggi. Descrizione e analisi personalissimi per come ho vissuto io quello che ho visto.

Elliot

“Cosa non darei per essere normale, per vivere in quella bolla, la realtà degli ingenui. È questa la mia giustificazione, per mantenere intatto il loro ottimismo, per proteggerli.”

La cosa che risulta subito lampante è il malessere sociale che prova Elliot, quasi che nella programmazione trova conforto. Ma neanche il prompt è la sua comfort-zone. Infatti, probabilmente non c’è una zona sicura in cui lui si senta davvero a suo agio.

Viviamo con lui le sue giornate fra lavoro in azienda e ciò che avviene di notte. Elliot è orfano, suo padre insieme alla madre di Angela sono morti entrambi per colpa della E-corp. Per questo Elliot la chiama Evil-corp e, quando Mr Robot lo avvina alla fsociety con l’obbiettivo di distruggere questa multinazionale, lui accetta.

Whiterose/Zhi Zhang

Mi sento di voler dare rilievo a questo personaggio, che di solito viene trascurato in quanto non subito identificabile se buono o cattivo. Ritengo che BD Wong sia stato meraviglioso ad interpretare questa parte. Il primo ministro cinese di giorno, transgender leader della Dark Army di notte.

Abbiamo modo di vedere un frammento del suo passato, di entrare anche nel suo dolore e comprendere la maggior parte delle sue scelte. Di fatto come leader della Dark Army è la marionettista anche della Evil-corp, e allo stesso tempo come ministro voleva distruggere la multinazionale e l’egemonia statunitense.

Riflessioni

Elliot e ogni altro personaggio della serie, ci sbattono davanti la faccia la nostra finta libertà. Noi pensiamo di essere liberi, ma in realtà è il sistema che ci inganna. Ci dicono che dobbiamo lavorare, produrre, mettere su famiglia e riprodurci. Dobbiamo investire il nostro tempo per far arricchire qualcun altro, chi è ricco diventa sempre più ricco. E noi pensiamo di essere liberi perché dopo lavoro possiamo uscire oppure possiamo comprare quello che vogliamo.

“Oggi è iniziato esattamente come ieri e come il giorno prima e il giorno prima ancora. Come ogni giorno nell’ultimo mese. Un loop. Un loop che mi sono perfettamente costruito.”

Desideriamo spezzare questo loop, spezzare le catene della schiavitù che non abbiamo scelto e con cui però siamo nati. O forse come dice Elliot, sono scelte che compiamo ogni volta e semplicemente che non ci ribelliamo. Perché in parte lo sappiamo che rimanere nella nostra gabbia è più facile e sicuro, la libertà ha un costo. In primis quello di essere gli unici responsabili delle proprie azioni e non aver nessun giustificativo.

Mi ricordo di un film contro il sistema, si chiama Fight Club. E forse pensandoci ci sono molte analogie, ma Mr Robot ha qualcosa in più. “Ovviamente, con quattro stagioni deve avere qualcosa in più rispetto ad un film” direte, ma non è così scontato o banale. Ci sono opere che non riescono a trasmetterti nulla. E mentre Fight Club tende a puntare i riflettori sull’erronea esistenza del Capitalismo, Mr Robot riesce anche a darci la piega umana su cui questa realtà impatta nelle varie persone.

“Ci spammiamo l’un l’altro intere cronache su delle stronzate mascherandole da opinioni, usando i social media come surrogato dell’intimità. Forse abbiamo votato perché fosse così, non con le elezioni ma con le cose, le proprietà, i soldi. Non è una novità, sappiamo perché lo facciamo, non certo perché i libri di Hunger Games ci rendano felici, ma perché vogliamo essere sedati, perché fa molto male non fare finta, perché siamo dei codardi! Fanculo la società!”

Se non l’avete ancora vista, la potete recuperare sia su Netflix che su Amazon Prime. Vi terrà inchiodati fino alla fine e sono certa che non ve ne pentirete.

Per gli altri attendo i commenti!

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