Gli Anelli Del Potere – Perché tante critiche?

Ormai sono passate tre settimana dall’uscita su Amazon Prime de Gli Anelli del Potere. Ancora non abbiamo tutti gli episodi disponibili tuttavia cominciamo a farci un’idea di quello che è questo prodotto.

O quanto meno, per quanto mi riguarda, mi sento di scrivere qualcosa al riguardo per via delle innumerevoli critiche che questa serie sta suscitando.

Ovunque si posa lo sguardo quando si comincia a parlare de Gli Anelli Del Potere si potrà scorgere un qualche comento negativo sulla etnia degli attori, sull’enfatizzazione del “girl power”, su imprecisioni della narrazione e sul fatto che le nane non hanno la barba.

La nostra regina nana Disa, si quella che vedete è peluria, non soddisfacente per tutti a quanto pare

Già, sconvolgente. Sconvolgente che una serie venga etichettata per una barba in più o in meno.

Amazon sicuramente sapeva bene a cosa andava incontro quando ha lavorato su questo progetto. La schiera di fan accaniti era già pronta a puntare il dito ancor prima che uscisse il primo trailer.

Una trama basata sulle appendici

Tutta la trama si basa non su un qualche libro o racconto in particolare di J.R.R. Tolkien ma su delle appendici da lui scritte. Stiamo dunque parlando di una storia scritta tra le righe che secondo me non è da sottovalutare.

I rimandi alla trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli sono numerosi e per tutti gli appassionati non è difficile non coglierli.

A partire dalla voce narrante di Galadriel che ci introduce nuovamente nella terra di Mezzo. Una Terra ancora florida e non contaminata dall’oscuro potere di Sauron. Come le miniere di Moria, la roccaforte dei nani ancora piena di vita e rigogliosa nel pieno della sua espansione.

Moria

Per non parlare dei vasti paesaggi e territori che ci vengono mostrati e che ci fanno fare un vero e proprio salto nel passato.

Ci troviamo nella Seconda Era, circa mille anni dopo la sconfitta di Morgoth, il primo Oscuro signore. Galadriel è alla ricerca di Sauron, discepolo di Morgoth, scomparso dopo la sua caduta. Seguiremo le sue vicende e quelle di Elrond, delle hobbit Nori e Poppy con Lo Straniero, dell’elfo Arondir e l’umana Bronwy. Personaggi cosi diversi, con storie cosi diverse, che probabilmente finiranno per intrecciarsi tra loro, proprio come successe ne Il Signore degli Anelli.

Conclusioni

Posso affermare con sicurezza che precludersi questa serie per motivi cosi superficiali come quelli sopra citati sia una vera e propria sciocchezza.

Puntare il dito su quello che “non va bene” è più semplice che guardare queta serie nella sua interezza. È innegabile che sia un buon prodotto che in qualche modo ti fa fare un salto nel passato e ti fa rivivere molti ricordi.

Ci sta qualche incongruenza con quella che era la descrizione di Tolkien sugli elfi? Non mi sembra un tale problema da far piovere critiche devastanti definendo la seria addirittura “scadente” o “noiosa”. Perché di certo non è così.

La coerenza assoluta non esiste manco tra le pagine de Il Silmarillion, pubblicato postumo e pensato come un compendio narrativo, come afferma Christopher R. Tolkien stesso in una premessa del libro.

Quindi quello che mi chiedo è: cosa cercate veramente voi che state sempre con la critica sulla punta della lingua? Se ci stanno dei cambiamenti non va bene, se è troppo simile non va bene lo stesso.

Qualcosa mai vi soddisferà? Probabilmente sono io che sono anche troppo “permissiva” ma sicuramente non mi faccio venire il sangue amaro per una barba in meno sul volto di una nana.

E voi invece cosa ne pensate? Da che parte vi schierate? Fatecelo sapere con un commento!

Lascia un commento