DARIA – Dopo 20 anni, ancora un must see.

90’s and feels.

Tutti noi abbiamo una serie o un film che ha segnato la nostra infanzia e che è un pezzo del nostro cuore.

Un qualcosa che magari abbiamo visto già duecento volte, qualcosa di cui seguivamo ogni puntata dopo scuola, che forse sappiamo essere anche invecchiato male…un qualcosa di cui non ci stancheremo mai.

Nel mio caso sto parlando di Daria.

“LA LA LA, LA LA.
I’ve got to be direct,
if i’m wrong please correct,
you’re standing on my neck”

– Splendora

“Daria” ha segnato profondamente la mia vita.
Sono sempre stata la ragazzina un po’ “sfigata” e fuori dagli schemi. E non me ne è mai importato niente.

Indossavo t-shirt scure con stampe improbabili, vestiti smessi di mia sorella maggiore e jeans deformati o salopette.
I miei capelli erano sempre un groviglio e avevo sempre la faccia di chi aveva passato la notte a tormentarsi con chissà che pensieri piuttosto che dormire.
In tutto questo era come se, ogni volta che la prof mi chiedeva il perché delle mie occhiaie, o quando ricevevo un rifiuto dal ragazzo che mi piaceva, Daria mi urlasse: “tu non sei sola! Non cambiare per loro”

Tuttora mi chiedo come ci riuscisse. Quella serie è stata la mia salvezza.

Il primo amore non si scorda mai

Era il 1998.
Era l’epoca in cui dominavano Britney Spears, “Cioè” e tamagotchi.
Se non conoscevi queste cose non eri nessuno.

Ma a me non interessava.
Mi era stato spiegato più volte che essere il più possibile come gli altri tende a semplificarci la vita.

Ma io non volevo saperne.

Lo stesso anno, su MTV, mentre io e mia sorella attendevamo di nascosto dai miei la solita puntata serale di South park, ci trovammo di fronte alla prima puntata di Daria.

Fu una sorta di fulmine a ciel sereno per me. Un’amore a prima vista che dura tuttora.

Mi identificai immediatamente nella protagonista, che rappresenta una ragazza arguta e indipendente, totalmente slegata dai modelli adolescenziali che, per la stragrande maggioranza dei ragazzi, sono idoli ed esempi da seguire.

Breve trama (no spoiler)

La famiglia Morgerdorffer (è così che si chiama Daria di cognome) si trasferisce da Highland a Lawndale.

So a cosa state pensando: Highland era anche la città di Beavis and Butthead!
E avete ragione. Si dà il caso che Daria sia proprio uno spin-off, il personaggio che Beavis and Butthead chiamavano “Diarrea”.

Beavis & Butthead

Daria ha una sorella, Quinn. E le due frequentano lo stesso liceo.

Le due sorelle sono tuttavia molto diverse, non solo nell’aspetto.

Quinn è la classica ragazza socievole ed estroversa, sempre molto attenta alla sua immagine ed alla sua reputazione.

Daria invece è sempre molto cinica e anticonformista.
Gli occhiali grossi e tondi, il totale disinteresse per i cosmetici, la moda e tutto ciò che è popolare fanno di lei, fiera outsider, una “sfigata” agli occhi di tutti i suoi compagni.
Ma la sua mente brillante, il sarcasmo pungente, il disprezzo per gli stereotipi e quella punta di femminismo, la rendono agli occhi di chi guarda un personaggio affascinante e rivoluzionario.

La protagonista sedicenne è in continua evoluzione, crescendo imparerà a limare alcuni modi di pensare un po’ troppo anticonformisti e ad apprezzare, almeno in parte, le esperienze che diventare grandi ci regala.

Nel corso delle serie (che sono cinque) si snocciolano man mano i motivi per cui Daria ha maturato una visione così pessimistica del mondo, che hanno radici nella sua infanzia e in una sensibilità che, inizialmente, non le attribuiremmo.

Perché tutti dovrebbero guardare questa perla degli anni d’oro di MTV

In una società come la nostra, in cui sembra che la rassegnazione e la totale indifferenza abbiano la meglio, Daria è una boccata d’aria fresca.
Daria desidera infatti migliorarsi rimanendo sempre fedele alle sue idee ed ai suoi principi.

Questa serie è, nonostante i 20 anni passati, molto attuale e ne consiglio caldamente la visione a chi non la conosce ancora.

Il messaggio principale che arriva a chi guarda è quello di lottare per imporre la normalità dove comunemente si vede l’anormalità.
Il fatto di essere, all’apparenza, o nei modi di fare, diversi, non fa di noi persone inferiori o meritevoli di un trattamento differente.

Essere controcorrente infatti, è possibile, e anche maledettamente fico.

E voi? Conoscevate questa serie animata?

Se sì, quanto vi manca la nostra eroina in verde? Fatecelo sapere in un commento.

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