C’è un film che mi ha sempre incuriosita su Disney+, nella sezione horror.

Per esperienza ho imparato che ogni film con la parola “man” nel titolo, è, quasi sempre un mix di cose becere e insensate, si rifà generalmente a creepypasta trovate su 4chan o youtube ed è quasi sempre interpretato da attori totalmente sconosciuti ed incapaci.

Slenderman, Boogieman, The ByeBye man, The Smiling man… hanno tutti in comune la stessa cosa, ma io ho sempre voluto, in fondo, dare una chance a questo film, soprattutto quando ho scoperto che è tratto da una graphic novel. (Quindi significa che qualcuno questa schifezza l’ha anche scritta e disegnata?)

Prima di tutto, per sopportare la visione di un film con queste premesse, che più che horror suona come commedia, devi scegliere qualcuno con cui guardarlo e poterne ridere. Ora, siccome nessuno tra i miei conoscenti si prestava per perdere ore preziose della propria esistenza, ho deciso di chiedere al mio amico di penna, Rick, con cui da qualche tempo chiacchiero moltissimo per migliorare il mio inglese e perchè ho da poco iniziato un corso di lingua olandese, che lui parla fluentemente, in quanto madrelingua (Hoe zijn we verdorie met dat verhaal begonnen? – Ovvero “come diavolo è cominciata questa storia?”) che ha accettato con entusiasmo, poichè è anche lui, un fanatico di film horror.

Così, finalmente, tra una chiacchierata e l’altra e una confezione di popcorn, cominciamo questo film.

The empty man – breve trama (spoiler ALERT!)

The Empty man, ovvero “l’uomo vuoto” è un film del 2020, diretto da David Prior.

Il film inizia in un posto chiamato Ura Valley, nel Bhutan. Ed è ambientato nel 1995.

Quattro amici stanno facendo trekking tra i boschi di quelle montagne sperdute.

lo strano scheletro umanoide

Ad un certo punto uno dei ragazzi, Paul, sente uno strano fischio e si allontana momentaneamente dal gruppo per andare a vedere di cosa si tratta. Nel farlo, però cade in un buco, che ha l’aria di essere un’antica grotta scavata nella roccia. Chiaramente, gli altri tre amici corrono in suo soccorso e, uno di loro, Greg, si cala nella caverna con una corda per aiutare Paul, che, nonostante la caduta rovinosa non ha subito danni fisici, ma è in uno stato catatonico, che guarda uno strano scheletro umanoide incastrato tra le rocce davanti a sè.

In breve il gruppo lo porta fuori dalla caverna e, colti alla sprovvista da una bufera, trovano un rifugio: una piccola casa inquietante abbandonata.

Ovviamente, mentre Paul è ancora in quello stato e sembra non riuscire a riprendersi, iniziano a succedere cose sempre più strane (tra cui una sorta di “possessione” da parte di una qualche entità che ora risiede in Paul e gli fa fare cose strane) sia nella casa, sia ai 3 amici rimasti sani di mente, fino a quando, il giorno ancora successivo, Paul sparisce. Gli altri ragazzi corrono a cercarlo e lo trovano su un ponte, che avevano attraversato in precedenza. Ha gli occhi aperti e sembra stare meglio, ma non parla.

L’amica intelligente di Amanda

Infine, senza alcuna altra spiegazione, succede tutto rapidamente: Paul guarda una delle ragazze, lei estrae un coltello dallo zaino e lo usa contro gli altri due amici, poi volge lo sguardo verso Paul e si lancia giù dal burrone per uccidere anche sè stessa. Fine della scena.

Ci ritroviamo poi in Missouri, nel 2018. James Lasombra è un ex poliziotto che sta ancora affrontando il lutto per sua moglie e suo figlio, morti in un incidente d’auto (ma questo noi lo scopriremo solo a mezzoretta dalla fine del film). James ha un’ “amichetta” (se capite che cosa intendo), la sua vicina di casa Nora, una madre single che somiglia a un pesce, che lo chiama in seguito alla perdita di sua figlia Amanda e ad un inquietante messaggio scritto col sangue trovato nel bagno di casa sua. Il messaggio dice “l’uomo vuoto me lo ha fatto fare”.

James inizia allora ad indagare, cominciando dalla scuola e dalle amiche di Amanda. Una di queste le parla dell’uomo vuoto e gli dice che, per evocarlo, stando a quanto racconta una leggenda metropolitana, devi soffiare in una bottiglia vuota mentre sei su un ponte. Gli dice anche che, intelligentemente, ogni persona nel suo gruppo di amici lo ha fatto.

James va sul ponte e trova effettivamente una bottiglia vuota. Siccome pensa di essere molto furbo, ci soffia dentro anche lui. Un attimo dopo scopre che, esattamente sotto i suoi piedi, appesi al ponte, ci sono i corpi morti degli amici di Amanda, con lo stesso messaggio “l’uomo vuoto me lo ha fatto fare”.

A destra Amanda, soprannominata da me ed
il mio amico Rick “Lady Mushroom” per ovvie ragioni

A quel punto James inizia a fare una serie di ricerche sul web e scopre che quello dell’uomo vuoto è un culto strano. In particolare si parla di “tulpa”, ovvero qualcosa di simile ad un eggregore-forma pensiero. Secondo il buddhismo tibetano è possibile creare attraverso la mente degli esseri “viventi” con una propria coscienza ed è possibile utilizzarli per i propri scopi.

Così James inizia a seguire i membri del culto e prosegue le indagini. Sospetta che Amanda ne faccia parte e informa Nora che non è al sicuro, così la porta in un hotel per nascondersi (qui scopriamo che i due non sono solo amici e che proprio mentre stavano facendo zozzerie, la moglie e il figlio di James hanno avuto un incidente mortale. Il che non è indispensabile ai fini della trama, ma dovrebbe servire per dare profondità al personaggio principale?)

A questo punto James, che ormai soffre di allucinazioni e non sa più come risolvere il caso, minaccia e uccide un membro del culto, Garrett, che, in punto di morte gli suggerisce di cercare in ospedale un uomo a cui l’empty man sta trasmettendo il culto. L’uomo è proprio Paul, notevolmente invecchiato e in stato comatoso, in un letto di ospedale.

Primo piano sull’espressione più intelligente che James sa fare.

Qui James trova finalmente Amanda, che gli dice di essere il prossimo tulpa. Per un attimo James sviene e si ritrova in una sorta di limbo in cui vede le entità entrare nel suo corpo, al suo risveglio uccide Paul e si ritrova circondato da facce sconosciute (tra cui infermieri, inservienti e dipendenti dell’ospedale) che lo guardano con ammirazione e si inchinano a lui.

“…Ha le capacità ma non si applica”

Sebbene l’idea iniziale potesse anche essere valida, il film è vuoto, come il protagonista.

Traducendo il titolo, la prima domanda che sorge spontanea è “perchè <uomo vuoto>”? Sarà mica perchè lo si evoca soffiando dentro una bottiglia vuota? Sarebbe piuttosto squallido.

Una probabile interpretazione potrebbe essere che l’entità ha bisogno di un Tulpa per avere vita e che quindi l’uomo vuoto sia proprio il Tulpa – ma chiamare il film “Tulpa” avrebbe sicuramente riscosso meno successo. Navigando in rete scopro che questa dovrebbe essere la corretta interpretazione, ma di fatto, nessuno durante il film la spiega, portando lo spettatore a pensare qualsiasi cosa. Personalmente ODIO le cose non dette, quelle a cui devi arrivare pian piano senza che qualcuno ti dia un indizio su qualcosa che nemmeno conosci.

Sembra quasi che il “the empty man” voglia stupire a tutti i costi lo spettatore, regalando colpi di scena (troppi colpi di scena, perlopiù inutili, che aumentano man mano che si va avanti, verso il finale) col solo risultato di creare confusione e di un finale intricato e inconcludente. Sembra che al regista piacessero quei plot twist improvvisati, che da un lato rendono il film più adrenalinico, dall’altro diventa tutto molto meno accurato.

I personaggi, inoltre, sono troppi e troppo abbozzati, delle macchiette presentate in maniera troppo veloce. Si ha l’impressione che ci siano troppi buchi di sceneggiatura, e che troppi nodi non sono stati sciolti nel modo giusto, nonostante la lunghezza (infinita) del film.

Conclusioni

Oltre ai difetti elencati sopra il film è lento, lentissimo.

Le scene interessanti sono poche, nemmeno i jumpscares riescono a catturare l’attenzione.

Se l’avessi guardato da sola probabilmente mi sarei addormentata.

Personalmente ho smesso di seguire con attenzione il film dopo i primi 30 minuti. Io e Rick abbiamo cominciato a fare dell’ironia letteralmente su qualsiasi cosa comparisse sullo schermo e abbiamo trasformato questo film horror in una commedia molto più interessante.

Se potessi dare un voto, sarebbe un 5.

Un 5 e non un 2 perchè voglio premiare la fotografia, l’unico elemento che si salva, ma è il solo.

Questo film, per me, entra a gamba tesa nella sezione “cose brutte”. E Voi? Cosa ne pensate? Lo conoscevate già? Fatecelo sapere in un commento.

Lascia un commento