Blair witch project: la saga.
Ma anche no, grazie.

Cominceró questo articolo confidandovi che, fino a qualche mese fa, non sapevo nemmeno dell’esistenza di altri capitoli (sono ben 5 in totale!) del progetto Blair witch.

Il primo film (1999) é stato una sorta di pilastro dell’horror, un film innovativo, che aveva introdotto l’idea del found footage e del mockumentary.

Ricordo che, quando lo vidi per la prima volta, nonostante la giovane età, trovai il film molto interessante e capace di tenermi col fiato sospeso fino alla fine. Anche se, fondamentalmente, sullo schermo, non succedeva nulla di che.

É uno di quei film che, come quelli di Shyamalan (“il Sesto senso”, “the visit”, “e venne il giorno”), per quanto belli e interessanti non ha senso riguardare quando conosci giá il finale e hai giá visto il colpo di scena.

Per il resto invece, guardare la serie intera, mi ha ricordato la me stessa del passato che guardava Saw l’enigmista e Final destination mentre pensava: “visto uno, li hai visti tutti”.
Di fatto la trama é sempre uguale, cambia solo qualche dettaglio.

Non contenta ho giocato anche il videogioco, che ha addirittura la stessa copertina del film. Ma di questa “passeggiata nel bosco con Fuffy mentre la strega ci lancia i legnetti” ne parleremo in un altro articolo.

Screenshot da “Blair witch” il videogioco

Blair witch: breve analisi, no spoiler

L’idea della strega di Blair é nata nel 1999. Il film é stato pensato e diretto da Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez.
La realizzazione, a bassissimo budget, consiste in una coppia di registi/autori esordienti che sfruttano la tecnica del found footage. Il film, infatti é un mockumentary horror e, pur essendo un prodotto autoriale, non rientra certo in una classificazione semplicistica.
Il momento della sua uscita infatti, é stato preceduto da una notevole campagna pubblicitaria (gli attori, che interpretano sè stessi nel film, con anche i loro nomi di battesimo, firmarono un contratto in cui si stabiliva che non avrebbero mai, per nessuna ragione, dovuto uscire dalle loro case prima dell’uscita del film nei cinema e vennero dichiarati dispersi. Per rendere il tutto piú realistico affissero delle foto segnaletiche ovunque nelle città).

Strategia di marketing eticamente discutibile o meno, il film ha saputo suscitare una forte curiosità negli spettatori ancora prima del suo successo. La cittadina in cui é ambientato, inoltre, ha visto crescere esponenzialmente le visite e il turismo, proprio perchè sì é scatenata una vera e propria caccia alla strega, a seguito della pubblicità e delle riprese.

Chiaramente, visti gli incassi, la Haxan films, ovvero la casa che detiene i diritti su questo titolo, ha ben pensato di lavorare alla realizzazione di altri 4 film (tutti praticamente uguali al precedente) graphic novel, merchandise di vario tipo e anche un videogioco, piuttosto mediocre, che ha visto la luce nel 2018.

Il marchio della strega nel videogioco, graficamente perfetto, ma con una giocabilità discutibile ed una trama che, un po’troppo si discosta dalla serie

Sebbene il primo titolo sia stato un successo, con tutte le sue imperfezioni, e all’epoca abbia suscitato anche il mio interesse (notevole, dal momento che so bene di essere una rompiballe, quando si parla di horror), non posso dire lo stesso dei successivi. Nel modo piú assoluto.

Il primo film funzionava SOLTANTO perchè era uno dei primissimi, realizzato in quel modo (anni prima c’era stato cannibal holocaust). Chiaramente la pubblicità “originale” ha fatto la sua gran parte di lavoro, ma, non ricordo nulla che mi abbia colpita in particolare o che mi abbia fatto dire “che film meraviglioso, lo riguarderó ancora e ancora!” anzi. I motivi per cui funzionava erano altri.

Primo piano di Ether, protagonista del primo film, questa immagine é diventata celebre, oltre che per le successive parodie stile scary movie, perchè quest’ultima scena é stata totalmente improvvisata dall’attrice

Quindi cercare di ricreare la stessa situazione e lo stesso clima una seconda volta é stato un azzardo troppo grande, che si è rivelato fallimentare.

L’idea dei ragazzi, registi alle prime armi, che vanno nella foresta alla ricerca di una strega, oggetto di tutte le storie oscure che circolano nel paese, per girare un documentario che finirà nel peggiore dei modi, funziona.

Ma se negli altri 4 film si usa lo stesso incipit, cambiando solo la motivazione per il quale dei ragazzi si trovano nella foresta e il modo in cui la strega (che per giunta, non si vede MAI) opera sulle loro menti e li distrugge uno and uno…non é piú divertente.

Piuttosto, se le idee erano così carenti, non conveniva fermarsi al primo film e godersi il successo di quell’unico?

Conclusione

Purtroppo Blair witch é il classico esempio di film, che sfutta inizialmente un’idea nuova per ottenere un successo inaspettatamente esagerato, ma che scade poi nel banale perchè la voglia di speculare su un’idea giá trita e ritrita é piú forte della volontà di mantenere il prodotto integerrimo e pensare a qualcosa di nuovo.

Questo é uno dei meccanismi di quest’era che piú condanno.

Non si ha piú voglia di prendersi dei rischi ed é sempre preferibile usare un’idea che ha giá funzionato in passato, piuttosto che vivere nell’eventualità di non arrivare a guadagnare la cifra sognata o raggiungere il successo tanto ambito.

Non vale per tutti ed é solo un mio giudizio, sì. Ma forse i creatori di Blair witch avrebbero dovuto pensare a questo 4 film fa.

Di fatto, finchè questo comportamento continua a prendere piede, noi spettatori possiamo solo assistere a film mediocri e idee giá viste e riciclate. E voi continuerete a leggere le mie recensioni arrabbiatissime su questi ultimo.

E voi Che ne pensate? Conoscete l’intera saga? Fatecelo sapere in un commento.

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