Apocalisse Zombie – sarebbe così male?

Se l’umanità, nel 2020, avesse potuto scegliere tra un’invasione zombie ed una pandemia, molto probabilmente avrebbe optato per la prima.
Forse avremmo potuto gestirla meglio? Forse sarebbe stato più affascinante potersi vantare con gli amici (superstiti) di essere sopravvissuti? Forse semplicemente gli zombie sono creature più affascinanti di quanto vogliamo ammettere.

Ma prima, facciamo un passo indietro.

Cos’è uno zombie?

Il termine è di origine haitiana, legato alla tradizione vudù (davvero? Non lo sapevo! L’ho appena scoperto anche io leggendo wikipedia!), ma senza alcuna accezione negativa. Secondo le credenze popolari haitiane infatti, alcuni sacerdoti vudù sarebbero in grado di catturare l’anima di un individuo per conservarla in una piccola fiasca, causando in quest’ultimo uno stato di perenne letargia.
Allo stesso modo, i sacerdoti sarebbero in grado di resuscitare le vittime, restituendo una parte di anima sottratta in precedenza, anche dopo decenni dopo la sepoltura.

Questa è una pratica normalissima per gli haitiani, che non temono gli zombie minimamente.

La figura del “morto vivente” così come la conosciamo noi occidentali, invece, è entrata nell’immaginario comune attraverso il cinema e la letteratura, solo in età contemporanea.

Una citazione famosa, presente in alcuni film dice che “quando non ci sarà più posto all’inferno, i corpi corrotti risorgeranno”
Il primo ad inaugurare l’idea di Apocalisse zombie vera e propria è stato Romero, nel 1968, col film “la notte dei morti viventi”, da qui, tutti i libri, film, videogiochi e prodotti a tema apocalisse zombie hanno preso ispirazione (alla fine dell’articolo farò una lista di quelli, per me, più significativi e interessanti).

Sempre più di frequente capita di leggere su internet guide alla sopravvivenza in caso di apocalisse zombie o di utenti che sperano in un’apocalisse zombie.
Persino le boomer annoiate, tra una puntata di “uomini e donne” e l’altra, possono sentirsi coraggiose per qualche minuto e commentare spavalde, sotto quel post di facebook, intitolato “l’oggetto alla tua sinistra in questo momento rappresenta la tua arma in caso di apocalisse zombie”. Quasi sempre è uno smalto per unghie color carne.

Ma perchè gli zombie e l’idea dell’apocalisse affascina tanto la cultura del nostro tempo?

Esistono studi in merito, ed anche piuttosto attendibili.
Alcuni di questi affermano che l’idea dell’apocalisse zombie sia applicabile ad un eventuale (e non troppo improbabile, date le circostanze) disastro globale di tipo apocalittico.
Nello studio in questione venivano presi in esame i maggiori disastri dell’ultimo secolo (Hiroshima e Nagasaki, la Shoah, l’11 Settembre) e si notava quanto questi eventi abbiano messo in evidenza la natura violenta dell’essere umano.

Il trauma nato da questi eventi ha fatto sì che le generazioni contemporanee non riuscissero più a pensare al futuro come qualcosa di brillante e positivo (com’era per esempio nei secoli passati, all’epoca di Illuminimo e RIvoluzione industriale) ma come un mondo grigio e privo di speranze.
Per definizione chi ha una storia di esperienze traumatiche, diventa fatalista. E per un fatalista, trovare altre persone fataliste che la pensano allo stesso modo è suo modo entusiasmante.

Con questo panorama pessimista, il pensiero dell’apocalisse, con conseguente fine del mondo diventa quasi rassicurante.

Ricordo ancora quel famoso 21 dicembre 2012 che tutti aspettavano con ansia.
All’epoca io ero una liceale felice che si agghindava per uscire col ragazzo più carino della classe e l’idea del pericolo di morte imminente non mi sfiorava nemmeno.
Chiaramente non successe nulla e tutti ebbero un Natale felice a casa propria, solo qualche giorno dopo.
Ma pensiamoci un momento: questo non fu certo il primo nè l’ultimo annuncio di questo genere. Ormai leggere annunci così disastrosi capita talmente spesso da non badarci più.

Questo perchè, in fondo in fondo, nell’Apocalisse c’è qualcosa di affascinante: le persone più “sfortunate” avrebbero modo di redimersi: tutte le etichette e gli obblighi sociali che ci vengono imposti non esistono più. Nessuna distinzione di tipo religioso, etnico, politico e economico, nessuna responsabilità individuale… solo umani, sacchi di carne con una coscienza ed un unico obbligo verso sè stessi: la sopravvivenza.
In questo contesto anche l’ultimo degli sfigati può diventare un figo (soprattutto noi nerd).

Ovviamente, le storie dell’apocalisse, in particolare quella che coinvolge gli zombie, dovrebbero idealmente insegnarci qualcosa proprio sul mondo che vorremmo evitare, per svegliarci prima che l’inevitabile accada. Ma a tutti noi piace fantasticare sulla sopravvivenza e sul come prendere provvedimenti necessari. Pagheremo per questo? Probabilmente sì. Ma rifugiarsi nell’idea di fine del mondo e di “nuovo inizio” per i superstiti è tanto bello… almeno finchè gli zombie non cominceranno a correre, in quel caso siamo tutti spacciati.

Alcuni titoli che possono interessarvi


Non si può non citare Resident Evil – la serie di videogiochi capcom, benchè la trama cambi non poco e, andando avanti non si tratta più di zombie ma di virus, resta comunque affascinante.

The walking dead – the telltale series, la serie di videogiochi che prende spunto dal fumetto e dalla successiva serie tv.

28 giorni dopo – il film di zombie per eccellenza, ed il più affascinante secondo me.

Dead island, Dying light, The last of us – videogiochi a tema apocalisse zombie che meritano di essere recuperati nel caso in cui non lo aveste ancora fatto.



E voi? Avete mai fatto pensieri sull’apocalisse zombie? Come l’affrontereste? Credete di sopravvivere? Fatecelo sapere in un commento.

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